Che cos’è il FIVI? E’ la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, ovvero l’aggregazione di quei produttori di vino che coltivano, vinificano, mettono in bottiglia e si occupano della vendita in prima persona. Queste piccole grandi aziende nutrono un rispetto reverenziale per la vite e l’ambiente che la circonda e lavorano praticamente tutti seguendo i dettami della agricoltura biologica e/o biodinamica. Ogni anno, a Piacenza, si danno appuntamento per una due giorni aperta a tutti, un vero mercato dove curiosare, conoscere, dialogare, provare e scegliere. Nessun intermediario, nessuna scorciatoia: al mercato FIVI di Piacenza i vignaioli ci mettono la faccia!
Direte voi: ma tu che sei Foodblogger, cosa c’entri con il FIVI 2016? Beh, io sono sempre stata e sono sempre più convinta del fatto che un ottimo piatto possa trovare la sua pienezza ed espressione massima solo in abbinamento con un vino di qualità. E’ un pò come nella vita: si sta bene anche da soli ma quando si è in due e l’altra metà è proprio quella giusta allora sì che ci si diverte davvero….e che può nascere qualcosa di unico!
Bello andare in enoteca, ok girare per cantine…ma più di 400 vignaioli provenienti da tutta Italia, sorridenti e desiderosi di raccontarti il loro lavoro e tutta la passione che instillano dentro la bottiglia li trovi solo al FIVI di Piacenza.
Impossibile chiaccherare con tutti, inimmaginabile provare tutto. Il livello qualitativo è altissimo e servirebbero almeno 4 giornate per poter girare la fiera come meriterebbe. Ma il tempo a mia disposizione è quello di un sabato, e allora eccomi a raccontare brevemente le eccellenze che ho scoperto per voi e che meritano davvero di venire conosciute, provate e apprezzate. Ecco le “facce da FIVI” del mio breve ma intenso percorso. Se amate come me il vino di qualità…impossibile lasciarsele scappare 😉
Inizio la mia giornata al FIVI 2016 salutando un amico di vecchia data: Davide Lazzari, oggi in compagnia della deliziosa Anna. L’azienda LAZZARI, ubicata nel cuore del Montenetto, è nata con il nonno Fausto e oggi viene portata avanti con passione e determinazione dal bravissimo Davide. I Lazzari sono, come tengono a specificare, non viticoltori ma viticultori: l’amore per il territorio si concretizza nel suo rispetto totale, che li ha portati a conseguire la certificazione biologica per vini e vigneti. Dal rosso Riserva degli Angeli (Capriano del Colle doc) al bianco Fausto (Capriano del Colle bianco doc) passando per il mitico Bastian Contrario prodotto da uve raccolte in vigne con almeno vent’anni di età, i vini Lazzari sono impossibili da dimenticare!
E dopo i vecchi amici ecco le nuove scoperte, prima fa tutti VILLAJOB: il simpatico Alessandro e la dolcissima Lavinia mi accolgono e si raccontano con un entusiasmo ed un sorriso contagioso e parlando con loro scopro che sì, i sognatori esistono ancora e un promettente futuro ingegnere può decidere di gettare anni di studi alle vigne e di intraprendere un percorso audace e innovativo producendo vere delizie per il palato come lo splendido Pinot Grigio, il “misterioso” e fiero Untitled che preferisce restare innominato piuttosto che piegarsi ad abiurare il nome che più di ogni altro simboleggia i vini di questo territorio , l’elegante Sauvignon o il sofisticato Rusic Blanc in cui si utilizza (per una piccola parte) il metodo Solera.
Dalla Loira al Friuli, un percorso per generare storie uniche e speciali. Grazie ad Alessandro conosco e posso degustare un’altra chicca imperdibile, il Ramandolo d.o.c.g. di Andrea Rizzo – FEUDO DEI GELSI. Questo “folletto” che abita nel bosco è depositario di antichi saperi che distilla in un vino unico nel suo genere, proprio come lui.
MI imbatto poi nella solare Clelia de LA CASA DEI CINI, una piccola azienda di Pietrafitta in provincia di Perugia. In questo caso la Fooddblogger che è in me prende il sopravvento e ancor più che dal vino mi lascio attrarre dalla Gelatina d’uva di Ciliegiolo e Cabernet che fa mostra di sè accanto alle belle bottiglie con etichette orginali e accattivanti. La ricetta è già pronta nella mia testa, mentre la genuina franchezza di Clelia e le sue mani ruvide e bellissime mi fanno capire quanto lavoro e quanta fatica stiano dietro al mestiere del vignaiolo. A 30 anni decidere di vivere in vigna può sembrare un lavoro gravoso…ma quale soddisfazioni poi quando osservi il piacere con cui le persone ne degustano i frutti!
Le soddisfazioni che si leggono anche sul viso di una eccezionale “Signora del Vino”, la grande Simona Fino della azienda GIANFRANCO FINO. Simona e il marito Gianfranco, aiutati dall’insostituibile e bellissimo Bruno, hanno deciso di lottare contro le logiche politiche dei grandi produttori e nonostante i bastoni tra le ruote da parte della solita (mal) burocrazia italiana hanno caparbiamente inventato e prodotto un vino e un passito unici nel loro genere. Descrivere a parole cosa si provi sorseggiando un bicchiere di Es o addirittura di Es più Sole sarebbe riduttivo…confermo solo che tutto il lavoro di dirraspatura manuale che Simona mi ha raccontato è più che ampiamente ripagato dal pregiato risultato finale.
Dalla Puglia al Friuli con la bellissima realtà di FERLAT, una piccola azienda a conduzione familiare nata nel 1950 ma in grado di produrre vini così tradizionali ma al tempo stesso moderni da poter essere considerati senza tempo. Il competente Moreno mi fa scoprire, accanto al godibile Sauvignon e al delizioso Friulano, una malvasia che mi colpisce davvero al cuore! Sono riuscita ad accaparrarmi una delle ultime bottiglie disponibili di Grame…e non vedo l’ora di cucinare qualcosa di degno ad accompagnarsi a questo nettare Di-Vino!
Nello stand di Alessandro Bonci di LA MARCA DI SAN MICHELE faccio conoscenza sia con l’ottimo verdicchio Passolento sia con un altro avventore davvero cordiale e simpatico. Si tratta di Pier Mattia Ravera, sommelier tanto giovane quanto preparato nonchè propietario del ristorante IL VESCOVADO di Noli, una stella e tre forchette rosse nella Guida Michelin 2014. Pier Mattia mi dà qualche dritta su nuove etichette imperdibili e mi invita ad andarlo a trovare a Noli…cosa che farò molto molto volentieri!
Il tempo passa, anzi corre veloce, e tra una bombetta pugliese che delizia il palato di Mr B e una fetta di ottimo castagnaccio toscano con scorza d’arancia che delizia il mio ho giusto il tempo di scoprire l’ultima chicca della giornata. Si tratta della Azienda Agricola BERRY AND BERRY, che produce vini di terra, di mare, di amore e tradizione nel rispetto dell’ambiente. I 10 vigneti di proprietà si sviluppano su una superficie di due ettari tra Savona ed Imperia. Come ci racconta il simpatico e caparbio Alex (enologo e vignaiolo di terza generazione) il mestiere del “pendolare delle vigne”, nella sua azienda, si trasforma in realtà quotidiana. Il Lappazucche è una esperienza davvero unica…resistere all’acquisto? impossibile!
Un ultimo saluto al caro Davide e arriva il momento di riconsegnare il carrello messo a disposizione dall’organizzazione (un’ottima idea, ma peccato per l’assenza delle tasche portabicchieri che sarebbero state molto gradite per non dire davvero necessarie) e di lasciarmi alle spalle questa meravigliosa esperienza.
Con la promessa di ritornare anche il prossimo anno. Perchè queste “facce da FIVI” mi sono davvero entrate nel cuore e sottopelle, e quando puoi respirare tanta passione per il proprio lavoro, e tanto amore e rispetto per la natura e per i suoi frutti allora sì, che ti senti orgogliosa di vivere su questa bellissima Terra.
Waiting for #FIVI2017, e voi amici non perdetevi la prossima edizione perchè il FIVI ti lascia davvero un ricordo Di-Vino 😉
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